Quell’ansia che senti dopo aver letto le notizie ha un nome: ecco come il doomscrolling ti sta danneggiando senza che tu lo sappia

Guerra, stress e notizie: un triangolo sempre più presente nella nostra quotidianità digitale. Quando accendiamo lo smartphone, ci ritroviamo spesso immersi in un flusso continuo di aggiornamenti su conflitti, violenze e crisi globali. E anche se ci fanno stare male, non riusciamo a smettere. Il fenomeno ha un nome ben preciso: doomscrolling. È l’abitudine compulsiva di scorrere senza sosta notizie negative, diventata ormai una routine in epoche di forte instabilità globale. Ma cosa succede nella nostra mente, e perché è così difficile interrompere questo ciclo?

Quando l’informazione diventa tossica: il sovraccarico emotivo

Studi psicologici lo confermano: un’esposizione costante a contenuti negativi, in particolare legati a guerre e disastri, porta a un aumento tangibile di ansia, stress e senso di impotenza. Quel bisogno di restare aggiornati in tempo reale si trasforma presto in un’esperienza logorante, innescando un circolo vizioso da cui è difficile uscire.

Nel cuore del problema c’è il sovraccarico informativo. Troppe notizie, tutte insieme, tutte drammatiche. Il risultato? Una mente confusa, stanca, bloccata dall’eccesso di stimoli. Eppure continuiamo, scroll dopo scroll, a cercare qualcosa che in realtà non ci dà sollievo.

Perché non riusciamo a staccare?

  • Il bisogno di controllo: In un mondo che sembra sempre più incerto, cerchiamo sicurezza nell’informazione, anche se questa ci colpisce emotivamente.
  • La FOMO (Fear Of Missing Out): La paura di perdere aggiornamenti cruciali ci porta a controllare compulsivamente i feed, anche durante la notte o nei momenti di relax.
  • Il bias di negatività: Il nostro cervello tende a dare più peso agli stimoli negativi, considerandoli evolutivamente più rilevanti. È un meccanismo antico, ma oggi controproducente.

Gli effetti sulla salute mentale: un costo invisibile ma reale

Il confronto continuo con contenuti traumatici ha impatti chiari e documentati sul nostro equilibrio emotivo. Ansia generalizzata, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione e tensione cronica sono solo alcune delle conseguenze più frequenti. Giorno dopo giorno, questi effetti si accumulano, condizionando la qualità della vita e le relazioni sociali.

  • Insonnia o sonno disturbato
  • Affaticamento mentale costante
  • Sbalzi d’umore e irritabilità
  • Sensazione di impotenza e confusione
  • Difficoltà nel mantenere la produttività

Come proteggersi: strategie per un’informazione più sana

1. Crea delle zone franche dalle notizie

Stabilisci dei momenti della giornata liberi da qualsiasi aggiornamento, come la mattina presto o le ore serali. Questo aiuta a ridurre i picchi di stress e a migliorare la qualità del sonno. Anche solo evitare le notizie prima di andare a dormire può fare una grande differenza.

2. Meno fonti, più qualità

Limitarsi a poche fonti affidabili è fondamentale. Ridurre la quantità di informazioni non significa ignorare il problema, ma proteggerci dal bombardamento emotivo. La scelta di media più equilibrati permette di mantenere la consapevolezza, senza lasciarsi travolgere.

3. Allenare la consapevolezza digitale

Un semplice gesto di autoconsapevolezza può cambiare il rapporto con l’informazione: chiedersi se è davvero il momento giusto per leggere certe notizie, o se lo stiamo facendo per abitudine. Questo piccolo “check mentale” ci aiuta a tenere le redini della nostra attenzione.

I social media come amplificatore di ansia

Facebook, X, Instagram e TikTok sono progettati per tenerti agganciato, spesso senza darci il tempo di elaborare ciò che vediamo. Notizie selezionate in base al coinvolgimento emotivo tendono a mostrarci gli eventi più sensazionalistici o tragici, esponendoci a contenuti spesso distorti o fuori contesto. Il feed diventa così un generatore di stress continuo, senza un vero momento di respiro.

La risposta globale a questo malessere digitale

Alcuni paesi stanno già restituendo centralità al benessere digitale. In Giappone e Danimarca, stanno crescendo le pratiche di digital detox, con persone e comunità che scelgono consapevolmente di disconnettersi per periodi regolari. Non si tratta di ignorare il mondo, ma di creare uno spazio mentale dove potersi ricaricare e riflettere.

Informazione e benessere: è tempo di un nuovo equilibrio

Restare informati è importante, ma non dovrebbe mai significare sacrificare la propria salute mentale. Capire le dinamiche che ci portano a cercare compulsivamente notizie negative è il primo passo per ribaltare la strategia. Ogni volta che scegliamo di fare una pausa, di respirare, di uscire dal flusso di breaking news, stiamo compiendo un atto di resilienza.

Essere presenti e lucidi è possibile. Basta allenarsi a riconoscere quando l’informazione comincia a ferirci e imparare a dire “stop”, anche solo per qualche ora. Perché prendersi cura della mente è il gesto più rivoluzionario in un mondo iperconnesso.

Quale ti incastra di più nel doomscrolling?
FOMO
Bisogno di controllo
Bias di negatività
Paura di non sapere

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