La Matematica Che Hai Studiato È Una Bugia: Ecco I Veri Inventori Dei Numeri (Non Sono Quelli Che Credi)

La Matematica Non È Neutrale Come Credi: Ecco Perché Dovresti Ripensare Tutto

Se pensi che la matematica sia la disciplina più oggettiva del mondo, preparati a rimanere senza parole. Quella che consideri la scienza più pura e neutrale nasconde in realtà una storia fatta di appropriazioni culturali, cancellazioni strategiche e pregiudizi coloniali che farebbero impallidire qualsiasi scandalo dell’era social. Sì, hai capito bene: anche 2+2=4 ha una storia politica dietro.

Non stiamo parlando di complotti o teorie strampalate. Stiamo parlando di fatti documentati da storici della matematica di tutto il mondo, che stanno finalmente facendo luce su secoli di narrazioni distorte. La matematica che hai studiato a scuola non è il prodotto di una progressione naturale dal genio greco all’illuminismo europeo. È il risultato di una gigantesca operazione di marketing culturale che ha cancellato sistematicamente i contributi di intere civiltà.

Il Caso dei Numeri “Arabi” Che Non Sono Arabi

Iniziamo dal caso più clamoroso: i numeri che usi ogni giorno. Li chiamiamo “numeri arabi”, ma questa definizione è già un primo indizio di come funziona la macchina della distorsione storica. Questi numeri non sono arabi, sono indiani. Punto.

Il sistema numerico decimale posizionale è nato nel subcontinente indiano, è stato perfezionato nel mondo islamico tra il IX e il X secolo, e solo dopo è arrivato in Europa attraverso la Spagna e la Sicilia durante il Medioevo. Come confermano gli studi di Georges Ifrah e Carl Boyer, due delle massime autorità mondiali sulla storia dei numeri, l’Europa ha semplicemente importato e adottato un sistema già perfetto.

Ma ecco il trucco geniale: invece di chiamarli “numeri indiani” o riconoscere la complessità del loro percorso storico, l’Occidente li ha etichettati come “arabi” quando serviva ricordare che non erano europei, per poi trattarli come patrimonio della matematica occidentale quando conveniva. È come se qualcuno prendesse la ricetta della pizza, la modificasse leggermente, e poi convincesse il mondo di essere l’inventore del cibo italiano.

Quando l’Europa “Scoprì” Cose Già Scoperte da Secoli

La lista delle “scoperte” matematiche europee che in realtà erano riscoperte è lunga quanto un elenco telefonico. George Gheverghese Joseph, nel suo monumentale lavoro “The Crest of the Peacock”, ha documentato centinaia di casi in cui teoremi e concetti matematici sono stati attribuiti a matematici europei nonostante fossero già noti altrove da secoli.

Prendiamo il famoso teorema di Pitagora. Ogni studente delle medie conosce la formula del triangolo rettangolo e il nome del matematico greco che l’ha “scoperta”. Peccato che le tavolette babilonesi Plimpton 322, datate tra il XVIII e XVII secolo avanti Cristo, mostrano chiaramente che i babilonesi conoscevano e utilizzavano relazioni pitagoriche più di mille anni prima che Pitagora nascesse.

L’algebra? Muhammad ibn Musa al-Khwarizmi la stava sistematizzando nel IX secolo con il suo “Al-Kitab al-Mukhtasar fi Hisab al-Jabr wal-Muqabala”, mentre l’Europa brancolava ancora nel buio del primo Medioevo. La trigonometria? Matematici indiani come Aryabhata e Brahmagupta avevano già sviluppato le funzioni trigonometriche che sarebbero arrivate in Europa solo secoli dopo, passando attraverso le traduzioni arabe.

Il Caso delle Geometrie “Non-Euclidee”

Uno degli esempi più eclatanti riguarda le geometrie non-euclidee. La narrazione tradizionale te le presenta come una rivoluzionaria scoperta dell’Ottocento europeo, quando matematici come Lobachevsky e Riemann hanno finalmente superato i limiti della geometria classica. Una bella storia di progresso scientifico, peccato che sia incompleta.

Come documenta Ahmed Djebbar nel suo “Une histoire de la science arabe”, già nel XI secolo Al-Haytham aveva analizzato criticamente il quinto postulato di Euclide e aveva iniziato a esplorare geometrie alternative. Le sue intuizioni erano fondamentali per quello che sarebbe poi diventato il corpus delle geometrie non-euclidee, ma siccome non era europeo, il suo contributo è stato relegato a “interessante tentativo preliminare”.

È un po’ come dire che chi ha inventato la ruota ha fatto solo un esperimento preliminare, mentre chi ha inventato l’automobile è il vero genio dei trasporti.

L’Operazione di Marketing Più Riuscita della Storia

Come si costruisce una narrazione storica completamente distorta e si fa passare per verità universale? Il meccanismo è più sottile di quello che potresti immaginare. Non si tratta di negare completamente l’esistenza di contributi non-europei – sarebbe troppo ovvio e facilmente smascherabile.

La strategia è più raffinata: si minimizza, si semplifica, si presenta come “primitivo” o “incompleto” tutto ciò che arriva da altre culture, mentre si esalta e amplifica ogni contributo europeo, presentandolo come il momento di vera “maturazione scientifica” di quelle idee.

Questa operazione non è stata casuale. È iniziata sistematicamente nel XIX secolo, proprio durante l’apogeo del colonialismo europeo, quando era politicamente necessario dimostrare la superiorità culturale dell’Occidente. La matematica doveva essere la prova scientifica di questa superiorità, e per farlo bisognava riscrivere la storia cancellando tutto quello che non si adattava al racconto.

Michael Barany, nel suo studio “Naming and Unnaming in Mathematics”, ha documentato come la nomenclatura matematica moderna rifletta esattamente questi processi: la stragrande maggioranza dei teoremi porta nomi di matematici europei, spesso anche quando esistono evidenze di sviluppi precedenti in altre culture.

Il Mistero del Teorema di Napoleone

Vuoi un esempio perfetto di come funziona questa macchina dell’appropriazione? Il cosiddetto “teorema di Napoleone“. Già il nome dovrebbe farti venire dei sospetti: davvero l’imperatore francese, quello che passava il tempo a conquistare l’Europa, aveva anche tempo per fare scoperte matematiche?

La verità è che questo teorema è stato attribuito a Napoleone solo nel XX secolo, senza alcuna base storica. Non esistono documenti che provino che l’imperatore abbia mai formulato questo teorema, e soprattutto non esistono prove che matematici di altre culture lo conoscessero già prima. Ma il nome è rimasto, perché evidentemente suonava meglio di “teorema del matematico anonimo”.

È l’esempio perfetto di come la matematica occidentale abbia costruito la sua mitologia: nomi altisonanti, collegamenti con figure storiche famose, e una narrazione che mette sempre l’Europa al centro della storia.

I Numeri della Vergogna

Se pensi che stiamo esagerando, i dati parlano più chiaro di qualsiasi discorso. La National Science Foundation, nel suo report del 2023 “Women, Minorities, and Persons with Disabilities in Science and Engineering”, ha confermato una significativa sotto-rappresentazione di studenti afroamericani e latinoamericani nelle carriere matematiche avanzate negli Stati Uniti.

Una delle cause principali identificate dai ricercatori è proprio la percezione della matematica come disciplina “culturalmente estranea”. Quando presenti la matematica come un prodotto essenzialmente occidentale, stai mandando un messaggio molto chiaro a studenti di altre culture: questa roba non è per voi, siete ospiti in casa d’altri.

Non è un caso che questa disparità persista nonostante decenni di programmi di inclusione. Il problema non è solo nei programmi di studio o nelle politiche educative, è nella narrazione stessa della disciplina.

La Rivoluzione Silenziosa delle Università

Fortunatamente, il vento sta cambiando. Università prestigiose come Oxford, Cambridge e molte altre istituzioni europee e americane hanno avviato programmi di “decolonizzazione del curriculum” matematico. Non si tratta di politically correct o di mode accademiche, ma di un’operazione di rigore storico che mira a restituire alla matematica la sua vera complessità.

Il Mathematical Institute di Oxford ha lanciato nel 2022 il progetto “Decolonising the Curriculum”, che sta rivedendo completamente il modo in cui viene insegnata la storia della matematica. L’obiettivo non è cancellare i contributi europei, ma inserirli nel contesto più ampio di una disciplina che è sempre stata globale e multiculturale.

I Veri Pionieri Che Nessuno Ti Ha Mai Raccontato

Ecco alcuni esempi concreti di quello che emerge quando si fa davvero fact-checking storico sulla matematica. Il calcolo infinitesimale era già stato sviluppato da Madhava di Sangamagrama, matematico indiano del XIV secolo, che aveva formulato metodi di calcolo integrale e serie infinite che anticipavano il lavoro di Newton e Leibniz di tre secoli. Le serie matematiche della scuola del Kerala avevano già formulato serie trigonometriche equivalenti a quelle che sarebbero state poi chiamate “serie di Taylor”.

Al-Kashi, nel XV secolo, aveva già sviluppato metodi sistematici per la risoluzione di equazioni cubiche. Astronomi islamici come Al-Biruni utilizzavano nel XI secolo sistemi di riferimento simili alle coordinate polari per i loro calcoli astronomici. Concetti equivalenti ai logaritmi erano utilizzati da matematici del mondo islamico per semplificare calcoli complessi, secoli prima della “scoperta” europea.

Tutti questi contributi sono documentati e verificati da storici della matematica come Victor Katz e Carl Boyer, ma sono rimasti ai margini della narrazione principale per secoli.

Perché Tutto Questo Cambia Davvero le Cose

Potresti pensare: “Ok, interessante come curiosità storica, ma alla fine un teorema funziona indipendentemente da chi l’ha scoperto per primo, no?”. Il problema è che questa narrazione distorta non riguarda solo il passato, ma condiziona pesantemente il presente e il futuro della matematica.

Quando la matematica viene presentata come patrimonio essenzialmente occidentale, si creano barriere invisibili ma concrete all’accesso di studenti di diverse origine culturali. Si perpetua l’idea che esistano popoli “naturalmente” più portati per la matematica e altri meno, il che è scientificamente falso ma culturalmente devastante.

Inoltre, questa visione eurocentrica impoverisce la matematica stessa. Ogni tradizione culturale ha sviluppato approcci, metodi e intuizioni diverse per affrontare problemi matematici. Ignorare questa diversità significa perdere una ricchezza di prospettive che potrebbe essere fondamentale per gli sviluppi futuri della disciplina.

Il Futuro della Matematica Globale

La buona notizia è che il movimento per una matematica davvero globale sta crescendo rapidamente. Non si tratta di “cancel culture” applicata ai numeri, ma di un’operazione di onestà intellettuale che restituisce crediti dove crediti sono dovuti.

Progetti come il “Mathematics Genealogy Project” stanno ricostruendo le vere origini di centinaia di teoremi e concetti, spesso scoprendo connessioni e influenze che la narrativa tradizionale aveva ignorato. Università di tutto il mondo stanno rivedendo i loro programmi per includere una prospettiva più equilibrata sulla storia della disciplina.

Il risultato non è una matematica meno rigorosa o meno universale. Al contrario, è una matematica più ricca, più interessante, più umana. Invece di una disciplina nata dal nulla in Grecia e sviluppata esclusivamente in Europa, scopriamo una storia affascinante di contaminazioni culturali, di idee che viaggiano lungo le rotte commerciali, di matematici che si influenzano a vicenda attraverso continenti e millenni.

La matematica non è mai stata neutrale. È sempre stata il prodotto di migliaia di menti brillanti di ogni cultura e ogni epoca. Riconoscerlo non la rende meno potente: la rende finalmente onesta. E forse è ora di insegnare questa versione della storia, invece di perpetuare miti che servivano solo a giustificare ideologie coloniali ormai superate.

La prossima volta che usi una calcolatrice o risolvi un’equazione, ricordati che stai usando strumenti che sono il frutto di una collaborazione globale durata millenni. Non è una bella storia da raccontare? Molto più bella di quella del genio europeo solitario che inventa tutto dal nulla.

Chi ha davvero inventato il teorema di Pitagora?
Pitagora
Babilonesi
Egizi
Non lo so più

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